Ipse dixit

«Non potrete battere la Roulette,
a meno che non rubiate i soldi dal tavolo»
Albert Einstein 

A quanto pare anche lo stesso Einstein si è calato nella sfida matematica rappresentata dalla roulette, tentando ogni strada possibile per battere il banco. Quella citata fu la conclusione della sua ricerca.


  • quel che non è
    mai stato scritto
Credere
o Non credere
non è più il problema
quando si può
Verificare

 il lato esoterico

L'in­trec­ciar­si di due ar­chi-seg­men­ti uno a se­gui­to dell'al­tro dà luo­go ad una pro­gres­sio­ne tem­po­ra­le, an­che se in­fi­ni­te­si­ma, che li pone in uno spa­zio tri­di­men­sio­na­le an­zi­ché su un uni­co pia­no, come noi pos­sia­mo ve­der­lo. Il ci­lin­dro è sol­tando spa­zio, ma dob­bia­mo te­ner con­to an­che del tem­po. Im­ma­gi­niamo che le ro­ta­zio­ni si sus­se­gua­no - come tut­to nell'Uni­ver­so - pro­ce­den­do lun­go un asse vet­to­re ( o trac­cian­do un asse il loro stes­so in­ce­de­re - in una con­ti­nua espan­sio­ne; an­che il no­stro si­ste­ma so­la­re fun­zio­na così, ben­ché i no­stri cin­que sen­si non lo per­ce­pi­sca­no. Più che un aqui­lo­ne, quel­lo che si vie­ne a con­fi­gu­ra­re per ogni paio di per­ma­nen­ze as­so­cia­bi­li se­con­do il no­stro as­sun­to è un so­li­do 3D, per la pre­ci­sio­ne un te­tra­e­dro: si trat­ta del­la strut­tu­ra più es­sen­zia­le e per­fet­ta, se così si può dire, che esi­sta nel­la ma­te­ria. Quat­tro ver­ti­ci, ciacuno all'api­ce di un trian­go­lo e quat­tro trian­go­li che de­li­mi­ta­no un so­li­do.

Vi­sto dal­la ver­ti­ca­le po­treb­be ap­pa­ri­re come il pri­mo in fi­gu­ra, ma se fac­cia­mo ruo­ta­re il so­li­do su un lato (o il pun­to di vi­sta) esso po­trà es­se­re vi­sto come ne­gli esem­pi sot­to­stan­ti, ove l'ap­pa­ren­te in­cro­cio di due lati- vi­si­va­men­te so­vrap­po­sti - dà luo­go ad una fi­gu­ra come quel­le che ri­cer­chiamo.
Tale fi­gu­ra, se­con­do l'or­di­ne nu­me­ri­co o me­glio la di­re­zio­ne, orien­ta­ta alla mi­no­re di­stan­za di spo­sta­men­to, po­trà poi pre­sen­ta­re un in­cro­cio di tipo in­tro­ver­ti­to o estro­ver­ti­to, come i due esem­pi sot­to­stan­ti do­vreb­be­ro do­cu­men­ta­re, dan­do adi­to ad un di­ver­so tipo di in­ter­cet­ta­zio­ne dei nu­me­ri a se­gui­re.

Da qua­lun­que lato la si os­ser­vi, la fi­gu­ra ge­ne­ra­ta avrà un suo ba­ri­cen­tro, un cen­tro gra­vi­ta­zio­na­le il qua­le, per sua es­sen­za la­ten­te, eser­citerà la stes­sa sor­ta di “at­tra­zio­ne” sia pure nu­me­ri­ca, che dà luo­go in na­tu­ra al prin­ci­pio del­la co­e­sio­ne, la qua­le è in­di­scu­ti­bil­men­te ba­sa­ta su com­po­nen­ti ar­mo­ni­che. La pri­ma ri­cor­ren­za nu­me­ri­ca che si pon­ga all'in­ter­no di un'area pre­de­fi­nita, per come la si può ap­prez­za­re sul pia­no na­tu­ra­le del­la no­stra ruo­ta, ne ver­rà come ri­suc­chia­ta, co­in­vol­ta, at­ti­va­ta tro­van­do­si a par­te­ci­pa­re [o ge­ne­ra­ta da] ad un equi­li­brio che ten­derà a pro­dur­re una suc­ces­si­va ma­ni­fe­sta­zio­ne, at­ti­nen­te in quan­to com­ple­men­ta­re a tale as­set­to. Il va­lo­re nu­me­ri­co, de­fi­ni­to da un mo­vi­men­to di qua­lun­que na­tu­ra, per come at­ter­ra sul no­stro tap­pe­to è una re­al­tà più sot­ti­le di qual­sia­si par­ti­cel­la e for­se è le­ci­to sup­por­re che ub­bi­di­sca con estre­ma fa­ci­li­tà a det­ta “ten­sio­ne”, ove non sus­si­sta­no ar­go­men­ti di spin­ta in­di­pen­den­ti; al­tro che caso e cal­co­lo com­bi­na­to­rio! e se qual­che ma­te­ma­ti­co inor­ri­dirà, pa­zien­za.
Que­sta pri­mi­ti­va in­ter­pre­ta­zio­ne sarà più o meno opi­na­bi­le o sog­get­ta a ret­ti­fi­che, ma ad essa ri­spon­do­no ri­sul­ta­ti spe­ri­men­ta­bi­li da chiun­que - ne for­nirò i mez­zi -, che non rien­tra­no nei pa­ra­me­tri usua­li ed in al­cu­na te­o­ria ma­te­ma­ti­ca esi­sten­te; nul­la pre­ve­de a tutt'oggi tale ge­ne­re di col­le­ga­men­to o… per così dire, avrem­mo già “sban­ca­to” da un pez­zo e a quan­to ne so la no­stra ma­te­ma­ti­ca non è in gra­do di spie­gar­lo.
Co­mun­que sia, cre­do vada te­nu­to ben pre­sen­te che ogni per­ma­nen­za all'in­ter­no del ci­lin­dro non è che un'istan­ta­nea piat­ta di una re­al­tà fe­no­me­no­lo­gica che in­ve­ste un'ul­te­rio­re di­men­sio­ne, in que­sto caso tem­po­ra­le.
Pos­sia­mo con­ce­pi­re i bal­zi del­la pal­li­na come fo­to­gram­mi di un lun­go­me­trag­gio che na­scon­do­no, an­zi­ché ri­ve­la­re, i pas­sag­gi del di­ve­ni­re. Il ri­sul­ta­to di que­ste pre­mes­se è per­fet­ta­men­te con­den­sa­to nell'im­ma­gi­ne del DNA, che vede lo svi­lup­par­si in ver­ti­ca­le ed in ro­ta­zio­ne di re­la­zio­ni tra cop­pie di pun­ti ide­al­men­te di­spo­sti sul­la su­per­fi­cie del­lo stes­so ci­lin­dro, su due bi­na­ri ben pre­ci­si, di un op­po­sto orien­ta­men­to che si po­treb­be già de­fi­ni­re Yôn[g]­/Yin in omag­gio all'or­mai uni­ver­sal­men­te ac­qui­si­to sim­bo­lo del Tao, che me­ri­ta a sua vol­ta di es­se­re ri­pro­po­sto, come per una rin­no­va­ta at­ti­nen­za, in chia­ve “da Ta­vo­lo”:

Al di là del­le no­ta­zio­ni ri­fe­ri­te a spe­ci­fi­ci com­po­sti, in­te­res­sa no­ta­re nel­la pri­ma fi­gu­ra il va­ria­re del­le di­re­zio­ni e mo­da­li­tà di ag­gan­cio dei due estre­mi, ol­tre be­nin­te­so al fat­to che ogni seg­men­to ruo­ta di un pro­prio an­go­lo ri­spet­to agli al­tri; più che nel di­se­gno (re­pe­ri­to in rete), tale ef­fet­to pro­spet­ti­co è evi­den­te nel­le ta­vo­le di un mo­del­lo in 3D (364k), che per cer­ti ver­si pare fat­to ap­po­sta ed al­le­go per non la­scia­re dub­bi. Vi è an­che un'im­ma­gi­ne di DNA di Ben­zopyrene (210k), che po­treb­be a sua vol­ta rap­pre­sen­ta­re, ol­tre ai le­ga­men­ti di base, tut­ta la con­ge­rie di for­ma­zio­ni col­la­te­ra­li più o meno fi­ni­te, che ac­com­pa­gna­no i nu­me­ri pro­ta­go­ni­sti; giu­sto per raf­for­za­re l'idea.
Se gli ag­glo­me­ra­ti ar­mo­ni­ci che qua in­tro­du­co si spin­gano fino al ma­ni­fe­starsi di un tale gra­do di con­ca­te­na­zio­ne sarà mo­ti­vo di ul­te­rio­re ri­cer­ca; la por­ta è sta­ta aper­ta ed il me­ri­to è tut­to del­la Si­gno­ra e del­la sfi­da che rap­pre­sen­ta, co­sti­tu­en­dosi come il mi­glior ban­co di pro­va per qual­sia­si tipo di in­da­gi­ne, scien­ti­fi­camen­te par­lan­do. Car­pi­re i suoi se­gre­ti è un gio­co sot­ti­le ma, come ho ac­cen­na­to fin dall'ini­zio, può es­se­re que­sto il vero gio­co. Non sarà Inu­ti­le, con l'oc­ca­sio­ne, ri­chia­ma­re all'evi­den­za che tut­to ciò non può aver nien­te a che ve­de­re con la generazione di numeri random, qua­lun­que sia la tec­no­lo­gia po­sta in cam­po.
Nel­la re­al­tà i sal­ti nu­me­ri­ci de­fi­ni­sco­no Spa­zio e Tem­po e vi­ce­ver­sa, dan­do luo­go a quel­le che chia­miamo ap­pun­to “per­ma­nen­ze”; ed ecco un eti­mo su cui me­di­ta­re. Se tan­to ci pro­po­nia­mo di in­da­ga­re, cre­do che do­vrem­mo abi­tuarci ad os­ser­va­re le se­quen­ze nu­me­ri­che in que­st'ot­ti­ca.
Vor­re­ste vederne un al­tro? più shoc­kan­te? Ham­burg 2003, Ta­vo­lo 1, col­po 54272º
Chi non fos­se del tut­to con­vin­to che si trat­ti solo di nor­ma­li casi, po­trà spe­ri­men­ta­re le per­ma­nen­ze in suo pos­ses­so con il pro­gram­ma HARMONY, al­le­sti­to ap­po­si­ta­men­te per fa­ci­li­ta­re l'esa­me ana­li­ti­co e gra­fi­co di ogni fase e det­ta­glio del­le par­ti­te. La ri­cer­ca con­dot­ta fin qui ha aper­to un ven­ta­glio di pa­ra­me­tri che ne po­la­riz­za­no o ne am­pli­fi­cano l'ap­pli­ca­zio­ne in­te­ra­gen­do in sva­ria­ti modi.
Per ci­ta­re i più evi­den­ti, a par­ti­re dal­la scel­ta dei nu­me­ri in­di­zia­ti:
  • pri­mo: quel­lo ot­te­nu­to dall'in­cro­cio del­la dia­go­na­le con la po­ten­zia­le li­nea di base (se si trat­tas­se di una ret­ta)
  • se­con­do: quelllo all'estre­mo op­po­sto, l'al­tro in­con­tro del­la dia­go­na­le con il cer­chio
  • ter­zo: la loro som­ma
  • quar­to: l'estre­mo dell'asse (la pri­ma dia­go­na­le) non an­co­ra usci­to.
Si può sce­glie­re di gio­ca­re il pri­mo, i pri­mi due o que­sti con la loro som­ma, in­di­can­do pri­mo ed ul­ti­mo del­la se­rie, o an­che uno solo dei quat­tro o gli ul­ti­mi due. I due nu­me­ri ar­mo­ni­ci pos­so­no es­se­re in­ver­ti­ti in caso di par­ti­co­la­re de­bi­li­tà del pri­mo. Pos­so­no es­se­re gio­ca­ti per 1-4 (o na­tu­ral­men­te più) col­pi. Può es­se­re va­ria­ta l'esten­sio­ne mi­ni­ma e mas­si­ma del­la fi­gu­ra di base, cioè l'arco co­per­to sul ci­lin­dro. Le fi­gu­re, for­ma­te da due cor­de di op­po­sta di­re­zio­ne, si pos­so­no pre­sen­ta­re sia in for­ma estro­ver­tita, cioè in una se­quen­za de­fi­ni­ta a par­ti­re dall'in­ter­no, che quin­di ter­mi­na all'ester­no, o in­tro­ver­tita nel caso op­po­sto. Le si può gio­ca­re se­pa­ra­ta­men­te op­pu­re in­sie­me ma di­stin­te (in modo da os­ser­varne le trac­ce gra­fi­che in­di­pen­den­ti) o som­ma­te in una uni­ca cur­va. I pri­mi test mo­stra­vano un'evi­den­te prio­ri­tà da par­te di quel­le de­fi­ni­te a par­ti­re dall'ester­no, il che ri­ve­ste un sen­so pre­ci­so, dal mo­men­to che i trac­cia­ti suc­ces­si­vi as­su­mo­no ca­rat­te­re di con­ti­nu­i­tà nel con­giun­ger­si all'estre­mi­tà del­la 1ª dia­go­na­le; nellla fig. 1 ad es. lo ve­dia­mo nei 27-13-36 e 4-19-36. Que­sto par­reb­be con­for­ta­re la for­mu­la­zio­ne d'in­sie­me; ma ec­co­ne fi­nal­men­te la pro­va tan­gi­bi­le: spin­to dal­le miei stes­si enun­cia­ti, mi sono ri­sol­to a riu­ni­re cin­que an­na­te di per­ma­nen­ze (pub­bli­ca­te a cura del Ca­sinò per lo stes­so Ta­vo­lo) in un'uni­ca se­quen­za ed a gio­car­le “fino in fon­do”; ho do­vu­to pren­de­re il co­rag­gio a due mani, ma era tem­po.
La fi­gu­ra se­guen­te ri­pro­du­ce i ri­sul­ta­ti di un stes­so me­to­do, ap­pli­ca­to pri­ma sul­le fi­gu­re in­tro­ver­se (trac­cia ros­sa), poi su quel­le estro­ver­se (trac­cia vio­la). Mi sem­bra che par­li da sola, in tut­ti i sen­si!
L'aspet­to più sin­go­la­re di que­sto ri­sul­ta­to, for­se, non è tan­to il fat­to che una del­le due vin­ca per cin­que anni di se­gui­to, ma che l'al­tra me­to­do­lo­gia per­da in un modo qua­si spe­cu­la­re! a pri­ma vi­sta ciò può sem­bra­re nor­ma­le, so­prat­tut­to a chi è abi­tua­to ad ap­pli­ca­re si­ste­mi; ma bi­so­gna di­stin­gue­re l'aver gio­ca­to al­ter­na­ti­va­men­te una se­rie di chan­ces e la sua in­ver­sa - che da­reb­be­ro per for­za que­sto tipo di ri­sul­ta­to - dal con­fron­to di due tipi di for­ma­zio­ne, nes­su­no dei qua­li è il con­tra­rio dell'al­tro, né vin­ce quan­do l'al­tro per­de e vi­ce­ver­sa. La loro gio­ca­ta è in­di­pen­den­te e po­treb­be an­che es­se­re si­mul­ta­nea sen­za che le com­bi­na­zio­ni si so­vrap­pon­ga­no! ecco al­lo­ra l'In­tel­li­gen­za (leg­gi: ten­den­za), che ap­pa­re da die­tro le quin­te.
Se si ve­ri­fi­ca una di­spa­ri­tà sim­me­tri­ca di tale evi­den­za tra le due ri­sul­tan­ze, ciò pro­va che esi­ste una sor­ta di in­ter­di­pen­den­za tra i due com­po­nen­ti del­la pre­vi­sio­ne, pro­prio per­ché op­po­sta in quan­to l'uno pre­clu­de e per di più so­sti­tu­i­sce l'al­tro; se così non fos­se, le due cur­ve a lun­go an­da­re sa­reb­be­ro fi­ni­te en­tram­be sul­la stes­sa li­nea dell'oriz­zon­te. Per­ciò la no­stra ipo­te­si è dop­pia­men­te pro­va­ta. La que­stio­ne di vin­ce­re o per­de­re è un pro­ble­ma ti­pi­ca­men­te uma­no, la cui de­fi­ni­zio­ne è pe­ral­tro af­fat­to re­la­ti­va: quan­do il gio­ca­to­re vin­ce il ban­co per­de e vi­ce­ver­sa… nel mon­do dei nu­me­ri una de­via­zio­ne dal­la me­dia [nel ns. caso sta­bi­li­ta dall'im­po­sta del ban­co, e pur­ché ab­ba­stan­za co­stan­te] rap­pre­sen­ta sem­pre una plu­sva­len­za, ne­ga­ti­va o po­si­ti­va che sia. Do­vreb­be es­ser chia­ro che gio­can­do a “mas­sa pari” come si usa dire, nel tem­po per­de­re è al­tret­tan­to dif­fi­ci­le quan­to vin­ce­re. Ri­sul­ta­ti come quel­li espo­sti, con­trap­po­sti e co­e­si­sten­ti nel­la stes­sa for­mu­la­zio­ne sono per­ciò da con­si­de­rar­si in­di­ci di un rap­por­to a dop­pia man­da­ta tra le par­ti, vero e pro­prio com­por­ta­men­to, ori­gi­na­to da qual­si­vo­glia ri­spon­den­za ad un me­de­si­mo prin­ci­pio, che nel no­stro caso ri­chie­de di es­se­re ap­pro­fon­di­ta.
Non sem­pre le cur­ve sono così con­trap­po­ste - dato per lo più en­tram­be ten­do­no a vin­ce­re - non­di­me­no si no­ta­no a più ri­pre­se del­le di­scor­dan­ze an­che par­zia­li nel tem­po, che la­scerebbero in­trav­ve­de­re una qual­che si­ner­gia po­si­ti­va o ne­ga­ti­va an­che in man­can­za di un trac­cia­to del tut­to ine­qui­vo­ca­bi­le (e ri­pro­du­ci­bi­le) come quel­lo so­pra­stan­te. Una cer­ta si­ner­gia è na­tu­ra­le per qual­sia­si nu­me­ro, vi­sto che se esce l'uno non esce l'al­tro, ma qui as­si­stiamo a qual­co­sa che non si ve­ri­fi­ca con qual­sia­si al­tro nu­me­ro. Il gra­fi­co se­guen­te mo­stra al­me­no tre mo­men­ti ab­ba­stan­za sor­pren­den­ti di tale ma­ni­fe­sta­zio­ne (an­na­te 2002, 2003, 2005; po­te­te in­gran­dirlo). Va te­nu­to in chia­ro che cia­scu­na cur­va rap­pre­sen­ta solo le pro­prie vin­ci­te e per­di­te, del tut­to in­di­pen­den­ti da quel­le at­ti­gue: di fat­to si pos­so­no gio­ca­re si­mul­ta­ne­amen­te sen­za so­vrap­po­si­zio­ne di pun­ta­ta; deb­bo dir­lo per­ché cer­ti trat­ti fan­no sem­bra­re il con­tra­rio! che dire al­lo­ra di due nu­me­ri qual­sia­si, che per mesi e mesi per­do­no e vin­co­no in per­fet­ta sim­me­tria, ne­an­che aves­se­ro sot­to­scrit­to un con­trat­to? o non ri­por­ta­no piut­to­sto alla men­te tut­te quel­le cop­pie (par­lo di uma­ni) che per mesi van­no d'amo­re e d'ac­cor­do e poi per al­tri “ac­qua e olio”? so­la­men­te un le­ga­me in­trin­se­co ai due ar­go­men­ti ne può for­ni­re giu­sti­fi­ca­zio­ne, se non spie­ga­zio­ne.
A mag­gio­re ri­pro­va, stan­te la di­spo­ni­bi­li­tà, ho riu­ni­to an­che le per­ma­nen­ze del Ta­vo­lo 2; ed ec­co­ne l'esi­to:
Pur di­stin­guen­dosi net­ta­men­te per la ri­spon­den­za, la cur­va in­fe­rio­re non è a sua vol­ta sem­pre de­sti­na­ta a per­de­re, ma anzi sem­bra man­te­ne­re un cer­to van­tag­gio sul­la tas­sa del ban­co; del re­sto la ma­gi­ca figura precedente ap­par­tie­ne a que­sta ca­te­go­ria.
L'ana­lo­gia co­mun­que ap­pa­re con­fer­ma­ta an­che in al­tre che ho esa­mi­na­to; chiun­que può te­sta­re le se­quen­ze in suo pos­ses­so, pur­ché af­fi­da­bi­li; le vin­ci­te non sa­ran­no ele­va­te, ma non mi stan­che­rò di ri­pe­te­re che tut­to il gio­co è te­nu­to a mas­sa co­stan­te e che la li­nea trat­teg­gia­ta sot­to l'oriz­zon­te di base in­di­ca il co­sto del 37°, cal­co­la­to sul nu­me­ro di uni­tà mo­vi­men­ta­te: nel cer­ca­re di va­li­da­re un prin­ci­pio di prio­ri­tà nel­le estra­zio­ni è ri­spet­to a que­sto che l'ef­fi­cien­za an­dreb­be con­si­de­ra­ta. A di­spet­to del­la spo­ra­di­ci­tà del­le pun­ta­te, il ren­di­men­to ot­te­nu­to si è col­lo­ca­to in vari casi tra il 20% ed il 30%.
Al mo­men­to di ap­pli­ca­re una stra­te­gia ba­sa­ta su una mon­tan­te pre­sta­bi­li­ta, di­cia­mo per con­tro­bat­te­re il van­tag­gio del Ban­co, basterà te­ner con­to del fat­to che la mas­si­ma espo­si­zio­ne, o me­glio se­rie di col­pi per­den­ti con­se­cu­ti­vi, non ha su­pe­ra­to nel qua­dro di 5 anni il nu­me­ro di 178 pez­zi nel­la cur­va ca­lan­te, e di 101 in quel­la ascen­den­te (la ca­den­za di que­st'ul­ti­ma: 52 84 60 1 8 3 48 4 3 32 18 29 61 34 21 37 14 66 24 3 11 35 10 5 65 30 5 4 52 8 37 19 24 1 0 17 10 5 2 18 32 61 14 40 17 38 7 26 17 3 2 41 18 100 16 16 0 88 0 57 34 26 0 5 26 1 26 45 22 48 17 68 7 40 41 17 101). È solo un esem­pio, in quan­to ri­sul­ta­ti di gran lun­ga mi­glio­ri si sono già rag­giun­ti.

Al­tri di­spo­si­ti­vi se­le­zio­nano ogni pre­vi­sio­ne in quan­to alla pre­ci­sio­ne nel ca­de­re quan­to più al cen­tro del­la cel­la; ed è solo l'ini­zio. È mol­to in­te­res­san­te no­ta­re che i sud­det­ti va­lo­ri si sono ot­te­nu­ti ap­pli­can­do una tol­le­ran­za di tiro dell'50% all'in­ter­no del­la cel­la (cioè ac­cet­tan­do solo pre­vi­sio­ni il cui pun­ta­men­to non si av­vi­ci­na ai bor­di sot­to il 25% dell'am­piez­za ide­a­le del­la cel­la, men­tre con una tol­le­ran­za del 60% (0.20 per lato) lo scar­to sale ri­spet­ti­va­men­te a 284 e 110 col­pi di se­gui­to.
La cur­va vin­cen­te to­ta­liz­za 640 uni­tà con­tro 2055 pun­ta­te.
Quan­do poi una per­ma­nen­za do­ves­se dar adi­to con suf­fi­cien­te con­ti­nu­i­tà e gio­can­do a mas­sa co­stan­te ad una de­ci­sa pen­den­za, an­che ne­ga­ti­va, come tale di­sco­sta uni­la­te­ralmen­te dal­la me­dia sta­bi­li­ta dal­lo zero - spe­cial­men­te se re­la­ti­va al va­ria­re del­la tol­le­ran­za del tiro - ciò po­treb­be com­por­ta­re in­di­ca­zio­ne tale da do­ver as­se­sta­re de­ter­mi­na­ti pa­ra­me­tri o ap­pli­ca­re al­go­rit­mi di­ver­si a quel ta­vo­lo, la qual cosa, in caso di suc­ces­so, non fa­reb­be che ri­ba­di­re la va­li­di­tà plu­sva­lente del­la for­mu­la che ne è alla base.
Di­fet­ti 'sot­ti­li' di ogni ci­lin­dro na­sco­no da fat­to­ri ac­cu­mu­lan­tesi nel la­vo­ro in­ces­san­te di anni di ro­ta­zio­ni, di pic­co­li at­tri­ti (ma non sem­pre tan­to pic­co­li), di fab­bri­ca­zio­ne e del­lo stes­so am­bien­te. Se i no­stri test ci per­met­te­ranno di ana­liz­za­re tali ca­rat­te­ri­stiche nel tem­po, ri­con­du­cen­dole a dif­for­mi­tà ri­pe­ti­ti­ve tra i ta­vo­li, pre­sto i ge­sto­ri sa­ran­no co­stret­ti alla ro­ta­zio­ne del­le mac­chi­ne, ol­tre che dei cro­u­pier. Tut­ti gli sfor­zi per esclu­de­re ogni com­po­nen­te di pos­si­bi­le ten­den­za nei giri del­la pal­li­na e nei con­se­guen­ti at­ter­raggi, non fan­no che so­spin­ger­la in­fat­ti ver­so quel­la leg­ge im­mu­ta­bi­le di equi­li­brio di cui stia­mo in­trav­ve­den­do l'ef­fet­to. Non a caso la bo­u­le vie­ne lan­cia­ta pri­ma in un sen­so poi nell'al­tro ad evi­ta­re ogni pos­si­bi­le ca­den­za, mec­ca­ni­ca e ge­stua­le, che a sua vol­ta in­tro­dur­reb­be­ro una pre­vi­sio­ne; ma non ci fa pen­sa­re ai due ver­si del na­stro-bi­na­rio DNA? I di­fet­ti la­ten­ti di­ver­ran­no al­lo­ra la loro uni­ca di­fe­sa, an­zi­ché il con­tra­rio, po­i­ché se la te­o­ria ar­mo­ni­ca è per­fet­ta in sé stes­sa, nel sen­so che si con­cre­tiz­za in ogni con­di­zio­ne, la sua espres­sio­ne ma­te­ria­le do­vrà pur sem­pre fare i con­ti, al­me­no in par­te, con la li­mi­ta­tez­za, in­te­sa come una prio­ri­tà, del mez­zo.
Ci si chie­derà cosa mi ren­da tan­to si­cu­ro; ho pre­pa­ra­to an­che per te che mi leg­gi, uno stru­men­to di pro­va. Que­sto ar­ti­co­lo si è con­fi­gu­ra­to nel cor­so di tale pro­gram­ma­zio­ne, fram­mi­sta a spe­ri­men­ta­zio­ne; come tale po­trà as­som­ma­re un'aria un po' scon­nes­sa, ma non mi è la­scia­to tan­to tem­po per re­di­gerlo me­glio o rior­ga­niz­zarne il con­te­nu­to. Per­ciò ag­giun­go senz'al­tro gli ul­ti­mi ri­sul­ta­ti, di una tec­ni­ca di “gio­co” che, pur ri­schian­do non più di un'uni­tà per vol­ta, sfrut­tan­do dal­la base una sor­ta di “co­a­zio­ne a ri­pe­te­re” ori­gi­na­ta dall'ul­ti­ma for­ma­zio­ne vin­cen­te, di­spen­sa un'ag­gres­si­vi­tà che ha su­pe­ra­to, a bal­zi di anni, il mi­lio­netrecentosettantamila bo­u­les (e cioè mil­le vol­te 372: 1.369.000) con un van­tag­gio me­dio ap­prox. del 54,8% (na­tu­ral­men­te tas­sa del ban­co as­sol­ta, che non è af­fat­to di scar­so ri­lie­vo, vi­sto che di so­li­to ga­ran­ti­sce la per­di­ta in ra­gio­ne del 2.7%).
Im­ma­gi­no che ben po­chi si di­spor­reb­be­ro ad an­dar a se­mi­na­re su un ta­vo­lo ver­de per in­te­re an­na­te, per poi ri­far­si in quel­le se­guen­ti, ma ciò non mi smon­ta af­fat­to, trat­tan­do­si, come ve­dre­mo, di in­se­gui­re una com­bi­na­zio­ne da lot­te­ria più che da Ro­u­let­te - ri­pren­den­do quan­to ave­vo già sug­ge­ri­to in un articolo indipendente - ma so­prat­tut­to trat­tan­do­si di un enun­cia­to che è il solo a dir­vi come far­lo con suc­ces­so. Del re­sto non è uni­ca­men­te a tal pro­po­si­to che ho ri­vol­to la mia ma­tu­ra­zio­ne a co­de­sta ri­cer­ca per de­cen­ni. Qui as­si­stiamo a ri­sul­ta­ti i qua­li, pro­prio in vir­tù del loro volo ad alta quo­ta - da cui de­ri­va l'am­piez­za oriz­zon­ta­le, ol­tre a quel­la ver­ti­ca­le - sfidano tut­te le con­ce­zio­ni fon­da­men­ta­li in ma­te­ria. Se qual­cu­no ri­tie­ne di po­ter­li in­ter­pre­ta­re in modo mi­glio­re, si chie­da pri­ma se il suo iter de­dut­ti­vo di per sé lo avreb­be con­dot­to alla stes­sa sco­per­ta.
Se un gior­no le vere Case da Gio­co de­ci­dessero di at­ti­va­re l'ac­ces­so in tem­po re­a­le ai loro ta­vo­li veri tra­mi­te la net­work, vin­ce­re ap­pli­can­do que­sto te­o­re­ma, co­mo­da­men­te se­du­ti ac­can­to al fu­o­co del pro­prio ca­mi­no, po­treb­be di­ven­ta­re una pas­seg­gia­ta; ben­ché dubiti se­ria­men­te che lo fa­reb­be­ro, una vol­ta in cir­co­la­zio­ne il sof­twa­re «HARMONY».
Sfor­tu­na­ta­men­te ciò non vale per i cosiddetti giochi on-line.
Per mo­ti­vi di­ver­si, que­sta for­mu­la non si adat­ta nep­pu­re al gio­co del Lot­to, se non an­dan­do in­con­tro a dif­fi­col­tà ed in­trin­se­che con­trad­di­zio­ni - pre­sen­ti in mol­ti dei pre­sun­ti si­ste­mi oggi pro­po­sti - se non al­tro po­i­ché ognu­no dei 5 estrat­ti viag­gia su un si­ste­ma di co­or­di­na­te dif­fe­ren­zia­to e dif­fi­cil­men­te ri­con­du­ci­bi­le ad un equi­li­brio d'in­sie­me; sen­za con­ta­re il cre­scen­te svan­tag­gio im­po­sto al vin­ci­to­re, che lo ren­de, come ho ac­cen­nao, ma­te­ma­ti­ca­men­te im­pro­po­ni­bi­le.
Però i bot­te­ghi­ni pro­li­fi­cano sot­to casa e al­lo­ra…

Non avrei po­tu­to in­ve­ce ri­nun­cia­re al ten­ta­ti­vo di ap­pli­ca­re tut­ta la te­o­ria an­che alle chan­ces sem­pli­ci del tap­pe­to ver­de, pur non esclu­den­do qual­che sor­pre­sa in quan­to si trat­tava di pre­di­spor­re un pos­si­bi­le in­cre­men­to del­la “pre­ci­sio­ne di tiro” di cir­ca 3 vol­te e ½ (ma an­che 7 o più) ri­spet­to alla gam­ma dei nu­me­ri di ci­lin­dro.
Ne sug­ge­ri­sco però una prima lettura una vol­ta con­clu­sa que­sta se­zio­ne.


Per con­tro, tor­nan­do ai lun­ghi ri­lan­ci nel­la per­ma­nen­za, pro­prio nell'am­pia escur­sio­ne che il Prin­ci­pio Ar­mo­ni­co re­cla­ma per la­sciar emer­ge­re tali pre­mes­se con in­dub­bio ful­go­re, sta la di­mo­stra­zio­ne che ten­ta­re di im­bri­glia­re le pre­vi­sio­ni in un trop­po ri­stret­to am­bi­to di ro­ta­zio­ni, pur con espe­dien­ti avan­za­ti e mo­men­ta­ne­amen­te pro­met­ten­ti è una pura au­toillusione, che in ge­ne­re si reg­ge uni­ca­men­te sul­la sca­la­ta af­fi­da­ta a qual­che mon­tan­te; ma non si af­fron­ta l'oce­a­no con qual­che ta­vo­la le­ga­ta; sarà pro­prio il tem­po che le man­de­rà in pez­zi, ri­ve­lan­do­ne tut­ti i li­mi­ti con­cet­tua­li. Si po­treb­be obiet­ta­re che in fon­do an­che nel gra­fi­co espo­sto si at­tua una sor­ta di mon­tan­te: ma si trat­ta in re­al­tà sem­pre e sol­tan­to di una sin­go­la uni­tà po­sta in gio­co e la­scia­ta vin­ce­re due vol­te con­se­cu­ti­ve o nes­su­na, ap­pun­to per evi­den­zia­re la plu­sva­len­za di un cer­to tipo di pre­mes­sa. Di fat­to il me­to­do si con­fer­ma vin­cen­te an­che sen­za que­sta mol­ti­pli­ca­zio­ne. Ec­co­ne dun­que l'ul­ti­ma do­cu­men­ta­zio­ne ad un tri­pli­ce li­vel­lo, ese­gui­ta con i pri­mi pa­ra­me­tri tra quel­li che si pos­so­no spe­ri­men­ta­re, scel­ti tra i più equi­li­bra­ti.
Dopo i pri­mi la­vo­ri, te­sta­ti su due grup­pi 2001-2005 (Ta­vo­lo #1) e 2001-2004 (Ta­vo­lo #2) ho po­tu­to ag­giun­ge­re al pri­mo gli anni dal 1998 al 2000, cu­mu­lan­done otto in un uni­co file. I dia­gram­mi se­guen­ti ri­sul­ta­no dal gio­ca­re con iden­ti­ca me­to­do­lo­gia gli otto, poi i quat­tro di Am­bur­go, poi i 134.000 col­pi di Weisbaden (Ta­vo­lo #3) e nell'ul­ti­mo an­che Cam­pio­ne del 1968, an­che se un ar­chi­vio di 38mila per­ma­nen­ze è trop­po esi­guo per una stra­te­gia che com­por­ta set­ti­ma­ne di at­te­sa.
A dif­fe­ren­za dai pri­mi due ar­chi­vi al­le­sti­ti: 2001-05_T1 e 2001-04_T2 i qua­li par­to­no dal­la stes­sa gior­na­ta, au­to­riz­zan­do ap­pros­si­ma­te con­si­de­ra­zio­ni su po­ten­zia­li pa­ral­le­lismi a svi­lup­po tem­po­ra­le, in que­sto gra­fi­co ogni ap­pa­ren­te so­mi­glian­za è da igno­ra­re in quan­to le cur­ve par­to­no da una data pro­pria, pur tra­en­do ini­zio dal pun­to zero dell'asse -x-; si at­ten­go­no in­ve­ce ad una sca­la oriz­zon­ta­le co­mu­ne.
Per con­ve­nien­za di im­pa­gi­na­zio­ne le im­ma­gi­ni man­ten­go­no la stes­sa di­men­sio­ne stan­dard ge­ne­ra­ta dal pro­gram­ma, po­ten­do­si va­ria­re all'in­ter­no i mo­du­li di sca­la, oriz­zon­ta­le e ver­ti­ca­le in­di­pen­den­te­men­te.

Il pri­mo dia­gram­ma il­lu­stra la ri­sul­tan­za di un'ap­pli­ca­zio­ne "nor­ma­le", os­sia gio­ca­ta con una sin­go­la uni­tà per vol­ta, pun­ta­ta sul pri­mo dei pre­vi­sti, per i pri­mi quat­tro col­pi con­se­cu­ti­vi alla for­ma­zio­ne; la pre­ci­sio­ne ge­o­me­tri­ca del­la pre­vi­sio­ne deve su­pe­ra­re il 6,7% su ogni pa­re­te del­la cel­la. Se non vado er­ra­to (per pro­gram­ma­re, sto ac­ca­val­lan­do trop­pi test di na­tu­ra di­ver­sa), il cen­trag­gio del­la cel­la in­ve­ste l'estrat­to quan­to più è im­me­dia­to; in al­tre pa­ro­le si ri­ve­la pri­ma­rio al 1-2º col­po, men­tre in­de­bo­li­sce le vin­ci­te sui suc­ces­si­vi.

Come è na­tu­ra­le, non man­ca­no pure le fasi che pos­sia­mo chia­ma­re dis-ar­mo­ni­che: l'equi­li­brio non è una cur­va piat­ta; ma qua­le del­le due ten­den­ze fi­nirà con il pre­va­le­re, af­fer­man­do­si?
Il se­con­do dia­gram­ma il­lu­stra l'an­da­men­to di una gio­ca­ta che la­scia in­te­ra­men­te a ri­pe­te­re la pun­ta­ta vin­cen­te. Se il nu­me­ro esce nu­o­va­men­te, vin­ce e ri­ti­ra tut­to; se no per­de e la scom­mes­sa ter­mi­na.
Nell'im­ma­gi­ne al na­tu­ra­le, rag­giun­gi­bi­le clic­can­do quel­la espo­sta qua, si in­trav­vedono le pic­co­le pro­tu­be­ran­ze ver­so l'alto cor­ri­spon­den­ti alle mol­te­pli­ci vin­ci­te di pri­ma mano (35 pez­zi), poi ri­la­scia­te per la man­ca­ta ri­pe­ti­zio­ne.
Si noti bene che per que­sto dia­gram­ma la sca­la ver­ti­ca­le ha do­vu­to es­se­re qua­si tri­pli­cata. Si po­trà an­che non vin­ce­re sem­pre (il Ta­vo­lo 2 di Ham­burg ad esem­pio ha ri­chie­sto anni di pa­zien­za), ma se nel cor­so di ben otto anni sul Ta­vo­lo ac­can­to si è to­ta­liz­zata con con­ti­nu­i­tà una vin­ci­ta di 4551 uni­tà gio­can­done 3225, con un uti­le net­to del 141%, un mo­ti­vo ci sarà… e cer­to non uno qua­lun­que!

Il ter­zo sche­ma il­lu­stra la po­ten­za di un at­tac­co in cui la [pri­ma] pun­ta­ta di for­ma­zio­ne vin­cen­te av­via l'in­se­gui­men­to del nu­me­ro, pun­tan­do sul fat­to che non solo esca nu­o­va­men­te, ma che su­bi­to ri­pe­ta se stes­so. Se ciò av­vie­ne, vin­ce 36*35 e dun­que ri­ti­ra 1260 uni­tà, se no per­de la po­sta; in en­tram­bi i casi la scom­mes­sa con­ti­nua pun­tan­do un'uni­tà, fino a che si pre­sen­ti una nu­o­va for­ma­zio­ne, che va a rim­piaz­zarla (con­ti­nuan­do poi solo se è vin­cen­te).
An­che per que­sto dia­gram­ma la sca­la ver­ti­ca­le ha do­vu­to es­se­re qua­si tri­pli­cata ri­spet­to al pre­ce­den­te e, cio­no­no­stan­te, l'area uti­liz­za­ta nel­la fi­ne­stra (in pra­ti­ca quel­la del­la vin­ci­ta) è dop­pia ri­spet­to all'al­tra.
È il me­to­do di­chia­ra­ta­men­te più ag­gres­si­vo e ne­gli ef­fet­ti ab­ba­stan­za de­va­stan­te: il ren­di­men­to me­dio as­so­lu­to di cir­ca il 57,5% a sua vol­ta su­pe­ra il 100% con pa­ra­me­tri pre­fe­ren­zia­li ot­ti­miz­zati su cer­to Ta­vo­lo, ma con l'ef­fet­to di ri­dur­re sia il nu­me­ro del­le uni­tà gio­ca­te che vin­te: un aspet­to po­si­ti­vo, au­to­riz­zan­doci ad al­za­re il va­lo­re dell'uni­tà di gio­co in fun­zio­ne del mi­no­re ri­schio, ma meno ef­fi­ca­ce, mi sia con­ces­so, dal pun­to di vi­sta il­lu­stra­ti­vo. La voce: "to­tal bets", rap­por­ta­ta poi alla vin­ci­ta per cal­co­la­re il ren­di­men­to, sta qua ad in­di­ca­re il nu­me­ro di uni­tà per­du­te os­sia il ca­pi­ta­le ef­fet­ti­va­men­te in­ve­sti­to; se a que­ste si sommano quel­le del­le pun­ta­te vin­cen­ti il ren­di­men­to può di­mi­nu­i­re di un paio di pun­ti. Re­sta il fat­to che ognu­no può spe­ri­men­tarli tut­ti in pro­prio. Clicca per una vi­sta del sof­twa­re a dop­pio scher­mo, così come pro­get­ta­to (286k) o per la sua descrizione d'uso.


Per con­ti­nua­re la ri­cer­ca, le sfi­de prin­ci­pa­li si an­ni­da­no nel­la cer­ni­ta del­le com­bi­na­zio­ni e, pri­ma an­co­ra, dei nu­me­ri da gio­ca­re: pos­si­bil­men­te uno (da non con­fon­der­si con il nº di col­pi per i qua­li va gio­ca­to).
A quan­to pare, ciò è con­for­ta­to dal­la se­le­zio­ne che man mano pren­de for­ma sem­pre più ni­ti­da; l'oc­ca­sio­na­le os­ser­va­zio­ne ri­guar­do al te­ne­re con­to del quar­to po­ten­zia­le del­la se­rie si sta sfo­cando pro­prio in vir­tù del­la sua po­si­zio­ne. Non solo la sua pre­sen­za ha dato se­gni di pre­clu­de­re l'estra­zio­ne di al­tri del­la fi­gu­ra, ma il ten­ta­ti­vo di por­ta­re al cen­tro del­la sua cel­la il ter­mi­na­le dell'asse a cui con­giun­ge­re le li­nee di base, in­tro­du­ce una di­stor­sio­ne del­la fi­gu­ra nel­la par­ti­tu­ra del ci­lin­dro con con­se­guen­te man­ca­to suc­ces­so se si pun­ta­no i nu­o­vi nu­me­ri così ot­te­nu­ti. Ne de­du­co che il 4º è solo un pun­to in cui l'asse già vir­tual­men­te de­fi­ni­to in­con­tra le se­mi­ret­te pro­ve­nien­ti dai due pun­ti estre­mi che stan­no alla base, che nel no­stro caso - di in­ter­se­zio­ne con­te­nu­ta nel cer­chio - ge­ne­ra la ri­sul­tan­za ar­mo­ni­ca sul cer­chio stes­so, con­sen­ten­do di pre­ve­de­re un im­pian­to ar­mo­ni­co fi­ni­to e ri­spon­den­te. Ciò non esclu­de che il se­con­do estre­mo dell'asse pos­sa a sua vol­ta es­se­re ri­chia­ma­to “per sim­pa­tia” (non è af­fat­to raro in­con­trar­lo nei pres­si an­che di una vin­ci­ta), ma il suo par­te­ci­pa­re fi­si­co, cioè ac­co­glien­do una bo­u­le, in­ge­ne­ra di­sar­mo­nia nell'in­sie­me, com­por­tan­do il suo cen­tro uno slit­ta­men­to in cer­ti casi stri­den­te, che può com­pro­met­te­re tut­to il co­strut­to. È for­se solo un'in­ter­pre­ta­zio­ne sim­bo­li­ca, per­so­na­le, ma non ha va­lo­re pri­ma­rio; ba­sta non te­ner­ne con­to (del 4º nu­me­ro). Non­di­me­no que­sta va­lu­ta­zio­ne non è del tut­to inu­ti­le, po­i­ché ad un pri­mo con­trol­lo dell'even­tua­le en­fa­si di quei casi in cui asse re­a­le e asse por­ta­to al cen­tro cel­la del 4º ge­ne­ra­no le me­de­si­me pre­vi­sio­ni, sul­la per­ma­nen­za Ham­burg_2001_Tav.1, su una se­le­zio­ne di ca. 1300­/1800 bo­u­les mo­vi­men­ta­te, con un mar­gi­ne di pre­ci­sio­ne nel fo­ca­liz­za­re la cel­la del 25% per lato, ho ap­pu­ra­to un pas­sag­gio di ren­di­men­to dal 12,8% al 13,7%.
Ho quin­di im­ple­men­ta­to nel­la pro­ce­du­ra que­sto tipo di pa­ra­me­tro di gio­co e pos­so an­ti­ci­pa­re che, per quan­to pos­sa sor­pren­de­re, l'esclu­sio­ne dei casi di com­ple­ta cor­ri­spon­den­za, pun­tan­do solo su quel­li dif­formi. ha ri­dot­to [na­tu­ral­men­te] in modo con­si­de­re­vo­le i col­pi gio­ca­ti, ma au­men­ta il ren­di­men­to (Am­bur­go_2001-2005_Tav.1). Se è così e non ho com­mes­so er­ro­ri, bi­so­gna pur dire che la Na­tu­ra ten­de a pro­dur­re (e pri­vi­le­gia­re) even­ti si­gni­fi­ca­tivi. Ciò vale na­tu­ral­men­te per tut­to il ma­te­ria­le espo­sto; in ogni caso, il pro­gram­ma ap­pli­ca­ti­vo che ho co­stru­i­to nel cor­so del­la ri­cer­ca e che ne co­sti­tu­i­sce la spi­na dor­sa­le con­sen­te di ve­ri­fi­ca­re pas­so pas­so la ve­ri­di­ci­tà di ogni ipo­te­si.

Il no­ve­ro di for­ma­zio­ni in at­te­sa di com­bi­na­zio­ne è an­che im­por­tan­te, non­ché l'or­di­ne di ac­cet­ta­zio­ne; inol­tre è da chia­ri­re quan­to il so­prag­giun­ge­re di un nu­o­vo ag­glo­me­ra­to può in­ter­fe­ri­re con i tem­pi e le mo­da­li­tà dei pre­ce­den­ti, e an­che quan­ti ne van­no man­te­nu­ti in at­te­sa di even­tua­le de­fi­ni­zio­ne e fino a quan­ti col­pi a se­gui­re.
A tutt'oggi an­nul­lo qua­lun­que for­ma­zio­ne del­la qua­le sia usci­to uno dei quat­tro at­tesi. Nel­la mia re­go­la ge­ne­ra­le, meno fi­ches si pun­ta­no, me­glio è; la pun­ta­ta più van­tag­gio­sa è sem­pre il pie­no e non si può mai gio­ca­re con­tro se stes­si sen­za au­men­ta­re il van­tag­gio del ban­co.
Cia­scu­no di tali pa­ra­me­tri in­te­ra­gi­sce ov­via­men­te con tut­ti gli al­tri, dan­do luo­go a ri­sul­tan­ze di­ver­se di caso in caso e ad una gam­ma piut­to­sto am­pia di os­ser­va­zio­ni, per re­go­la­men­ta­re le qua­li oc­cor­ro­no mol­to tem­po, stru­men­ti ade­gua­ti e so­prat­tut­to il più se­re­no di­stac­co. Una ve­ri­fi­ca che non ho an­co­ra ef­fet­tua­to ri­guar­da la pos­si­bi­li­tà di ul­te­rio­re vin­ci­ta da par­te di con­fi­gu­ra­zio­ni ri­sul­ta­te po­si­ti­ve, al pre­sen­tar­si di nu­o­vi car­di­ni d'asse, al­me­no fino a quan­do una nu­o­va fi­gu­ra si pre­sen­ti a pren­der­ne il po­sto; po­treb­be dare ri­sul­ta­ti.
Al­tri tipi di con­trol­lo più avan­za­ti sono sug­ge­ri­ti pres­so il sito di AstroTime a chi vo­les­se con­dur­re una ri­cer­ca in­te­gra­ta alle Ar­mo­ni­che de­gli Aspet­ti astro­lo­gici.

Que­sto è quan­to ha po­tu­to ri­ve­larmi un po­stu­la­to ge­o­me­tri­co - che dal lato del­le ap­pli­ca­zioni pra­ti­che è tal­men­te in­si­gni­fi­can­te da non tro­va­re nep­pu­re spa­zio sul net­work, stan­te il suo ca­rat­te­re astrat­to in quan­to li­ne­a­re - una vol­ta ap­pli­ca­to a quel­la re­al­tà che è la “Ruo­ta del Sem­pre”.
Ab­bia­mo fat­to luce sui nodi di un re­ti­co­lo i cui fi­la­men­ti pos­so­no espan­der­si in ogni di­re­zio­ne: un pun­to da cui mu­o­ve­re, non più di uno spi­ra­glio, ma nel con­tem­po una sco­per­ta sen­za pre­ce­den­ti che, se con­va­li­data da un nu­me­ro suf­fi­cien­te di ve­ri­fi­che, sca­val­ca la leg­ge dei Gran­di Nu­me­ri; il bar­lu­me di una nu­o­va tes­se­ra nel mo­sa­i­co dell'im­men­so.

Qual­co­sa di on­ni­pre­sen­te - se così è - espres­sio­ne di un' Ar­mo­nia re­go­la­tri­ce; e ce n'è tan­to bi­so­gno.

  • il sof­twa­re HAR­MONY non è free o di pub­bli­co do­mi­nio, ma vie­ne con­ces­so in co­mo­da­to d'uso, a ti­to­lo gra­tu­i­to.
  • HARMONY può es­se­re ot­te­nu­to esclu­si­va­men­te tra­mi­te: harmony.astrotime.org, e for­ni­to a di­scre­zio­ne del­l'Au­to­re o di chi lo rap­pre­sen­ta.
  • Chi ne fru­i­sce ri­co­no­sce quin­di im­pli­ci­ta­men­te di non ave­re al­cun di­rit­to di di­stri­bu­ir­lo di pro­pria ini­zia­ti­va e di es­se­re te­nu­to a re­sti­tu­ir­lo die­tro sem­pli­ce, anche non mo­ti­va­ta ri­chie­sta da par­te dell'Au­to­re, distrug­gen­do­ne ogni co­pia in suo pos­ses­so.
  • HARMONY po­trà es­se­re in fu­tu­ro af­fi­da­to ad un grup­po di ri­cer­ca spe­cia­liz­za­to, con ri­ser­va di ac­cet­ta­re la par­te­ci­pa­zio­ne di chi­un­que lo chie­da, aven­do­lo già spe­ri­men­ta­to.


 The Watch Publisher  Logo